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La comunicazione non violenta: dall'empatia all'assertività

17/05/2021

La comunicazione nonviolenta (CNV) è un processo interattivo empatico e assertivo creato dallo psicologo Marshall Rosenberg negli anni ‘60. La CNV è anche chiamata “linguaggio della giraffa”, animale a cui Rosenberg si riferiva come esempio poiché essa è l’animale terrestre col cuore più grande, non è un predatore ma si sa ben difendere dai predatori.

Infatti, l’idea di base è che la comunicazione, verbale e non, è una forma di scambio e negoziazione tra i partner e secondo Rosenberg il linguaggio e il modo in cui usiamo le nostre parole hanno un ruolo cruciale nel permetterci di rimanere collegati empaticamente a noi stessi e agli altri. Tutti noi abbiamo la capacità di esprimerci compassionevolmente e ricorriamo alla violenza quando non ci rendiamo conto che esistono strategie più efficaci per soddisfare i propri bisogni. L’uso della violenza, verbale o comportamentale, è appreso attraverso la cultura, la famiglia e la società… oggi possiamo certamente riconoscere un diffuso ricorso ad una violenza gratuita e giudicante su più livelli, in cui mancano rispetto e capacità di empatia (Rosenberg parlava in questo caso di “linguaggio sciacallo”).

 

La CNV può essere utilizzata nelle relazioni intime, in famiglia, a scuola, nelle organizzazioni e istituzioni, nelle negoziazioni diplomatiche e commerciali, o in controversie e conflitti di qualsiasi natura.

 

Il metodo della CNV è strutturato in 4 passaggi:

- Osservazioni, si enfatizza l'osservazione senza giudizio, in modo da prevenire l’attivazione di difese aprendo invece allo scambio. Ad esempio, invece di dire: "Spesso non ascolti quando parlo", puoi dire: "Ho notato che eri al telefono oggi a cena".

- Sentimenti, implica assumersi la responsabilità dei propri stati interni. Il cambio di prospettiva è che le azioni degli altri influenzano sì le nostre emozioni, ma non ne sono la causa. È importante decidere in che modo reagire agli stimoli. Quando, ad esempio, riceviamo una critica “sei un’egoista” invece di controbattere o lasciarci colpire, la CNV insegna ad accogliere quanto ci viene detto e riconoscere come ci sentiamo a riguardo = “Quando mi dici così, ci rimango molto male…”

- Bisogni, connesso al punto precedente, le azioni altrui influenzano il nostro umore, ma i nostri sentimenti sono strettamente connessi ai nostri bisogni, sia nel bene che nel male. Secondo l’esempio di prima, se di fronte alla critica avremmo l’impulso di reagire con rabbia, probabilmente è perché alla base di quel sentimento c’è un bisogno insoddisfatto. La CNV ci invita a prendere consapevolezza di questi bisogni e farci coraggio nel dichiararli = “…perché sento di meritarmi più riconoscimento per i miei sforzi”.

- Richieste, una volta presa coscienza di come ci sentiamo e del perché proviamo quei sentimenti, sarà più semplice avanzare richieste chiare, positive e assertive, in modo da provare a conquistarci ciò di cui sentiamo di aver bisogno, ad esempio “mi piacerebbe potessimo passare più tempo assieme” invece di non mi piace che passi così tanto tempo in ufficio”

 

La CNV, quindi, stimola a guardare dentro di sé, a sviluppare autoconsapevolezza così da focalizzare l’attenzione sulle azioni che potranno arricchire la nostra vita insieme a quella degli altri. Ci invita non solo ad esprimere apertamente e chiaramente i nostri bisogni, ma anche ad interpretare con più semplicità i bisogni altrui. 

 

Vi proponiamo un esercizio che si ispira alla formula dei messaggio-IO. Gli step sono 4:

1. QUANDO descrive oggettivamente il comportamento degli altri

2. MI SENTO descrive i tuoi sentimenti, senza accusa 

3. PERCHE’ esprime il bisogno implicito del sentimento

4. PREFERIREI descrive il comportamento che desidereresti per soddisfare il bisogno

Ad esempio, “Quando torni a casa ti piazzi subito davanti alla tv! Non ti interessa niente di me!” ha tutto un altro effetto da “Quando torni a casa e ti metti a guardare la tv, mi fai arrabbiare, perché non parliamo più tanto e mi dispiace perché ho paura che non ti interessi più a me. Vorrei potessimo raccontarci come sono andate le nostre giornate.

 

Non si tratta di essere educate o di non alzare la voce. Significa essere chiare! 

 

• Gordon Training International. (2012). The Do’s and Don’ts of I-Messages. Retrieved from -

http://www.gordontraining.com/leadership/the-dos-and-donts-of-i-messages/

• Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre (oppure muri): introduzione alla comunicazione nonviolenta, Esserci, 2017, ISBN 88-96985-62-5.

• Marshall B. Rosenberg, Comunicare con empatia, Esserci, 2011, ISBN 88-87178-97-6.