Storie

le storie di U-nike


Ansia da prestazione telefonica

20/09/2021

Vi è familiare quella sensazione di fastidio, insofferenza e agitazione nel momento in cui sentiamo squillare o vibrare il telefono per una chiamata in arrivo? Oppure al momento di dover chiamare un ristorante per fare una prenotazione, tendiamo sempre a chiederlo a qualcun altro?

Per qualcuna parlare al telefono non è assolutamente un problema anzi è un piacere, altre invece odiano proprio l'esperienza. Come mai?

Il dott. Gabriele Raimondi, presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna, ha fornito a VICE una spiegazione a riguardo. 

Innanzitutto, può banalmente essere una questione di preferenza personale. Specialmente i giovani possono aver perso l’abitudine a chiamare, avendo adesso a disposizione tante altre modalità di comunicazione più veloci e immediate, come i social, i video, le foto e la messaggistica istantanea, scritta o vocale. 

Oltre a questo, però, non possiamo certamente ignorare il fatto che alcune persone nutrono proprio fastidio, se non addirittura soggezione di fronte alla possibilità di una telefonata. 

Qui i motivi possono essere legati alle caratteristiche intrinseche comunicative della chiamata, in termine di tempistiche ed elaborazione. 

Innanzitutto, tra una chiamata e un messaggio i tempi di risposta sono sostanzialmente diversi, per un certo senso in chiamata i tempi sono più brevi e questo fa sì che abbiamo meno tempo per elaborare una risposta che ci renda più tranquille, una risposta che riesca ad esprimere come desideriamo i nostri pensieri, potendoli anche adattandare alle aspettative dell'altra persona o ai nostri obiettivi. 

Altro fatto è la velocità di feedback da parte della persona che abbiamo dall'altra parte della linea: in una chiamata la risposta sarà immediata, non sempre sarà quella desiderata e questo, ancora una volta, potrebbe darci qualche difficoltà nel botta-e-risposta.

Di per sé la scarsa preferenza per le telefonate non è certamente un problema ma, come per tante altre cose, lo può diventare nel momento in cui questa va ad influenzare negativamente la nostra quotidianità, tanto a livello personale e quanto a livello professionale. 

L'importante quindi è sapersi dare delle regole, in modo da garantirsi uno spazio di autonomia definito in base alle proprie esigenze. Siamo libere di decidere se rispondere o meno al telefono, valutando l'importanza dell'interlocutore, del contenuto e del momento della giornata. Non è necessario rispondere sempre a tutto e a tutti in qualunque momento. 

È comunque importante contestualizzare le reazioni di fastidio, insofferenza e disagio di fronte a una chiamata: infastidirsi alla centesima chiamata della giornata è diverso dall’ansia provata alla prima della mattina. Idem se a chiamarci è l’operatore di call center o la nostra migliore amica.

Se quindi viviamo queste esperienze con particolare fastidio o disagio, potrebbe essere utile prepararsi anticipatamente nel momento in cui sappiamo di dover fare o ricevere una telefonata, così da sentirci più in controllo della situazione. Possiamo immaginarci le richieste che potremmo ricevere, possiamo prepararci un discorso oppure potremmo segnarci le domande da chiedere, così da non dimenticarne nemmeno una. 

Ovvio, non tutto può essere preparato come un'interrogazione a scuola. A volte dobbiamo provare a spingerci oltre i nostri limiti, imparare ad abituarci, provando a fare la stessa cosa più volte in modo da desensibilizzarci.

Raimondi, però, fa notare che spesso, l’insofferenza per le chiamate è dovuta a un momento di fatica, che può essere affrontato con l’aiuto di un professionista della salute mentale. 

https://www.vice.com/it/article/7kvdwa/ansia-parlare-al-telefono-paura?fbclid=IwAR1qEA1UT-ipgLX_zbZxNIHYudyleV-IY7tIjho9s4GgNK2-IwQ3KkmNR7M